Codici EER (ex CER)

Viene considerato rifiuto, la sostanza o l’oggetto derivante da attività umane o da cicli naturali, di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi, si parla quindi di grandi quantità di oggetti e materiali che ogni giorno hanno la necessità di essere smaltiti. Per una corretta gestione dei rifiuti bisogna innanzitutto sapere quale sia la categoria di riferimento, i rifiuti infatti si dividono in due macro categorie: urbani e speciali, secondo le caratteristiche di pericolosità, in rifiuti pericolosi e non pericolosi.

La classificazione diviene poi più specifica poiché ad ogni rifiuto deve essere attribuito il codice corretto dal Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER), recentemente con il D.L. 31 maggio 2021 n. 77, in vigore dal 1°giugno, denominato Elenco Europeo dei Rifiuti (EER), sulla base delle attività e ai processi che hanno generato il rifiuto ed in base alle sue caratteristiche di pericolo. Questo passaggio risulta essere il più delicato ma anche il più importante, in quanto la classificazione del rifiuto è fondamentale per la corretta gestione dello stesso e per evitare di incorrere in grosse sanzioni o addirittura disastri ambientali per quanto riguarda quelli con elevata pericolosità. Infatti il danno per un rifiuto pericoloso non identificato non è soltanto per il trasportatore che lo sta spostando o per chi lo detiene, ma anche per chi vi è intorno e l’ambiente circostante. Una corretta classificazione del rifiuto spetta sempre al produttore iniziale del rifiuto, ed è possibile anche grazie a laboratori ed aziende specializzate, che svolgono delle analisi per comprendere quali siano i componenti pericolosi all’interno dei rifiuti.

A questo punto viene assegnato il codice EER che meglio rappresenta le caratteristiche del rifiuto, e si presenta con una serie di sei cifre in cui: le prime due si riferiscono alla categoria industriale in cui è stato generato il rifiuto, la terza e quarta inerenti al singolo processo produttivo generatore del rifiuto e le ultime due individuano lo specifico rifiuto generato.

Per fare qualche esempio:

  • 16 02 14 rientra nella categoria 16 00 00: rifiuti non specificati altrimenti nell’elenco, poi nella sottocategoria che comprende i rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche 16 02 00 ed infine specificatamente 16 02 14 quindi “apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da 16 02 09 a 16 02 13”.
  • 20 01 21*, categoria 20 00 00 dei rifiuti urbani (rifiuti domestici e assimilabili prodotti da attività commerciali e industriali nonché’ dalle istituzioni) inclusi i rifiuti della raccolta differenziata, poi 20 01 00 frazioni oggetto di raccolta differenziata (tranne 15 01 00) e quindi 21 01 21 “tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio”. In questo caso si può notare un asterisco, questo indica che si tratta di un rifiuto pericoloso in maniera “assoluta” senza alcuna ulteriore specificazione.
  • 08 03 17* e 08 03 18 sono due codici EER che rientrano nella categoria 08 00 00: rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di rivestimenti (pitture, vernici e smalti vetrati), adesivi, sigillanti e inchiostri per stampa; poi nella sotto categoria che comprende i rifiuti della produzione, formulazione, fornitura e uso di inchiostri per stampa 08 03 00 ed infine specificatamente 08 03 18 si tratta di “Toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 17” mentre 08 03 17* “Toner per stampa esauriti, contenenti sostanze pericolose”. Questi codici sono un esempio di codici EER speculari in cui vi è la necessità di fare delle analisi per stabilire se sono presenti le sostanze che lo renderebbero pericoloso o se non vi è traccia.

Nel momento in cui un rifiuto viene considerato pericoloso, il produttore dopo la consultazione di eventuali schede di sicurezza o i risultati delle analisi gli assegnerà a una o più classi di pericolosità, da HP1 a HP15, codificate e di seguito riportate: HP1 Esplosivo, HP2 Comburente, HP3 infiammabile, HP4 Irritante, HP5 Tossico, HP6 Tossicità acuta, HP7 Cancerogeno, HP8 Corrosivo, HP9 Infettivo, HP10 Tossico      per la riproduzione, HP11 Mutageno, HP12 libera gas a tossicità acuta, HP13 Sensibilizzante, HP14 Eco tossico,  HP15 Rifiuto che non possiede direttamente una delle caratteristiche di pericolo summenzionate ma può manifestarla successivamente. La codificazione ha lo scopo di comprendere e informare, quali siano gli effetti che qualora il rifiuto si diffondesse nell’ambiente, presentano o possono presentare rischi immediati o differiti per una o più delle componenti ambientali; questo dato è importante anche per il produttore per capire a quale impianto destinare i propri rifiuti, visto che non tutti gli impianti smaltiscono tutte le classi di pericolosità. Inoltre in che stato fisico si presenta il rifiuto: quindi 1) Solido pulverulento 2) Solido non pulverulento 3) Fangoso palabile 4) liquido.

È estremamente importante quindi, fare molta attenzione all’attribuire i codici EER giusti per il rifiuto che si è prodotto e si sta per smaltire.

Qui sul nostro sito puoi trovare la tabella aggiornata con tutti i codici EER.

La tabella è consultabile cliccando i pulsanti verdi per accedere ad ogni categoria, i codici colorati in giallo sono quelli dei rifiuti che trattiamo nei nostri impianti, cliccando su “richiedi” puoi richiedere un preventivo gratuito per il servizio di cui hai bisogno.

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