RINFRESCHIAMOCI SENZA RISCALDARE IL PIANETA

“RINFRESCHIAMOCI SENZA RISCALDARE IL PIANETA” questo lo slogan della campagna di Informazione per la corretta gestione dei gas refrigeranti sostenuta da Legambiente ormai da diversi anni.

Una problematica non molto conosciuta dall’opinione pubblica ma di elevato impatto sull’ambiente.

COSA SONO I FLUIDI REFRIGERANTI?

I fluorocarburi sono prodotti chimici contenti fluoro e carbonio divisi in due grandi famiglie:

–       SOSTANZE LESIVE PER L’OZONO (ODS “Ozone Depleting Substances”)

Le sostanze lesive per l’ozono sono inodori, incolori, non tossiche e di origine antropica e sono rappresentate dalle seguenti tipologie:

  1. CFC:  – clorofluorocarburi
  2. HCFC –  idroclorofluorocarburi
  3. HALON – sono composti idrocarburici contenenti atomi di bromo.

La normativa europea e italiana vietano la produzione e la vendita di queste sostanze. Sono però ancora presenti in moltissimi impianti esistenti e il loro recupero è considerato prioritario per la difesa dell’ambiente.

–       GAS FLUORURATI (F-GAS) sono sostanze chimiche artificiali usate in vari settori e applicazioni e sono  rappresentati dalle seguenti tipologie:

  1. HFC
  2. PFC
  3. SF6

La normativa europea mira a prevenire e quindi ridurre le emissioni in atmosfera dei gas fluorurati imponendo sistemi di gestione e controllo lungo tutta la filiera.

I fluidi refrigeranti giunti a fine vita sono sempre classificati come rifiuti speciali pericolosi e devono essere recuperati e preferibilmente riciclati tramite processi di rigenerazione.

 

DOVE SONO IMPIEGATI?

I fluorocarburi vengono utilizzati in oggetti e apparecchiature d’uso comune e con cui veniamo a contatto quotidianamente come:

–       Frigoriferi e congelatori

–       Refrigerazione industriale (gruppi frigoriferi, chiller)

–       Pompe di calore

–       Condizionatori domestici

–       Condizionatori autovetture

–       Estintori e impianti antincendio

 

QUALI SONO I LORO EFFETTI SULL’AMBIENTE?

Le sostanze lesive per l’ozono una volta rilasciate in atmosfera riducono lo strato d’ozono e contribuiscono all’effetto serra. Infatti le loro molecole di questi gas sono in grado di scatenare reazioni chimiche nella stratosfera che causano il cosiddetto “buco dell’ozono”.

I gas fluorurati concorrono invece ad aggravare il fenomeno dell’effetto serra poiché sono in grado di intrappolare il calore in modo più efficace dell’anidride carbonica e possono restare in atmosfera migliaia di anni prima di decomporsi. Pertanto pur essendo presenti in atmosfera in piccole quantità, il loro contributo all’effetto serra è molto elevato.

ESISTONO REGOLE O NORMATIVE CHE IMPONGANO UNA LORO CORRETTA GESTIONE?

La filiera del recupero e della rigenerazione dei GAS refrigeranti sono il corretto sistema di gestione di queste sostanze pericolose che liberate in atmosfera rappresentano un grave danno all’ambiente.

Prima fase: Estrazione dei fluorocarburi dagli impianti

A seguito degli interventi di manutenzione straordinaria oppure dello smantellamento dell’impianto frigorifero. L’attività di estrazione devono essere effettuate da operatori specializzati (operatori dotati del “patentino F-GAS di frigoristi, sia per l’operatore che per l’azienda”). Il manutentore si avvale di un trasportatore autorizzato al trasporto dei rifiuti pericolosi che conferisce il rifiuto in apposite bombole presso Centro di Raccolta autorizzato.

Infatti i fluidi refrigeranti estratti sono sempre rifiuti speciali pericolosi classificati con i seguenti codici CER:

cer 140601* clorofluorocarburi, HCFC, HFC

cer 160504* gas in contenitori a pressione (compresi gli halon) contenenti sostanze pericolose

Seconda fase: Rigenerazione

I Centri di Raccolta e trattamento autorizzati possono adottare diversi processi di rigenerazione. A valle di questi trattamenti il fluido sarà riportato alle condizioni qualitative originarie secondo gli standard internazionali in modo da poter essere reimmesso sul mercato evitando nuova produzione di fluido vergine

In altri casi in fase di manutenzione non viene estratto il fluido bensì viene avviata a trattamento l’intera apparecchiatura contenenti ancora i fluidi refrigeranti nei circuiti.  E’ il caso dell’avvio a recupero dei RAEE (apparecchiature elettriche ed elettroniche come nel caso dei gruppi frigoriferi, chiller e condizionatori).

La legge prevede che anche questi rifiuti siano considerati rifiuti speciali pericolosi classificati con i seguenti codici CER:

cer 160211* apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso contenenti cloro fluoro carburi, HCFC, HFC

cer 200123* apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso contenenti clorofluorocarburi

Il manutentore affida il Servizio di trasporto dell’intera apparecchiatura a trasportatori autorizzati che conferiscono presso impianti di trattamento specializzati nella bonifica dell’apparecchiatura dai fluidi refrigeranti.

I fluidi vengono poi avviati ai Centri di Raccolta e Trattamento specializzati nella loro rigenerazione mentre l’apparecchiatura bonificata viene avviata a impianti di recupero di metalli e plastiche.

 

Purtroppo l’Italia si colloca agli ultimi posti nella graduatoria dei Paesi europei per quantità di refrigeranti recuperati dagli impianti. E’ quindi necessario assicurare anche in Italia un’efficienza maggiore alla filiera del recupero e della valorizzazione dei gas refrigeranti di scarto e maturare la consapevolezza che liberare questi gas in atmosfera costituisce un danno all’ambiente.

In questo contesto s’inserisce il Nuovo Programma di smaltimento di rifiuti speciali derivanti da attività di manutenzioni agli impianti del freddo e antincendio: ECO-RECUPERI INDUSTRIAL.

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