Smaltimento pile e accumulatori 1

Smaltimento Pile e Accumulatori

Le pile e gli accumulatori sono prodotti commerciali presenti in qualsiasi ufficio (es: telecomandi, mouse e tastiere, torce, cellulari, telefoni portatili, UPS, etc) e di cui non possiamo più fare a meno.

Le pile e gli accumulatori esausti, se non smaltiti correttamente, possono essere altamente inquinanti, sopratutto per la presenza al loro interno di metalli pesanti, quali il piombo, il cromo, il cadmio, il rame e lo zinco, ma soprattutto il mercurio, il più pericoloso. Le quantità di mercurio contenute nelle pile sono minime, ma se vanno in discarica, o peggio, se sono gettate nell’ambiente il rischio di inquinamento, in particolare delle acque, è molto alto.

Dal 1°gennaio 2009, in virtù del D.Lgs. 188, datato 20 Novembre 2008, è stato esteso in Italia l’obbligo di recupero alle pile e agli accumulatori non basati sull’uso di piombo bensì sull’impiego di altri metalli o composti. Tale decreto recepisce e rende effettiva la direttiva europea 2006/66/CE.

Le pile e gli accumulatori esausti sono quindi considerati rifiuti dalla legislazione italiana, alcune di questi vengo addirittura considerati rifiuti pericolosi. Il produttore del rifiuto ha l’obbligo di assegnare al rifiuto prodotto un codice CER. Di seguito riportiamo un breve elenco delle pile più comuni con il codice CER, “*” indica codici di rifiuti pericolosi:

  • Accumulatori UPS, gruppi di continuità per pc e server “CER 160213*”
  • Pile e batterie di ogni tipo di piccole dimensione al Piombo (Pb) “CER 160601*”
  • Pile e batterie di ogni tipo di piccole dimensione al Nichel CADMIO (Ni/Cd) “CER 160602*”
  • Pile e batterie di ogni tipo di piccole dimensione contenenti mercurio (Hg) “CER 160603*”
  • Pile e batterie di ogni tipo di piccole dimensione alcaline (Zn/MnO2) “CER 160604”
 

Attraverso la raccolta differenziata in ufficio è possibile avviare al recupero dei materiali il rifiuto “pila” evitando così la discarica o l’incenerimento (o ancor peggio l’inquinamento del suolo).
Cosa essenziale per avviare al recupero le pile e le batterie esauste è che devono essere caratterizzati e separati per singola tipologia (portatili ricaricabili, portatili non-ricaricabili, industriali, per veicoli) e, qualora possibile, per caratteristiche chimiche al fine di identificare la specifica metodologia di trattamento. Il trattamento deve comprendere, preventivamente, la rimozione di tutti i fluidi e gli acidi. Qualsiasi stoccaggio e fase di trattamento deve avere luogo in siti provvisti di superfici impermeabili e idonea copertura resistente alle intemperie o in idonei contenitori.

Ma a questi passaggi pensa Eco-Recuperi che tramite il Servizio ECOBOX PILE e Servizio RAEE, ritira il rifiuto prodotto negli uffici e grazie al suo impianto regolarmente autorizzato è in grado di separare e prelavorare il rifiuto prima di avviarlo agli impianti di recupero e trattamento finale.
Eco-Recuperi si avvale della collaborazione esclusivamente di impianti di trattamento finale Italiani o all’interno della Comunità Europea, questo a totale garanzia per i clienti del rispetto della normative comunitarie e sopratutto dell’ambiente.