Valutazione del ciclo di vita dei prodotti

Qualunque prodotto o servizio che viene realizzato e messo sul mercato subisce delle trasformazioni: viene investito tempo, persone, energia, trasporti, materie prime e lo smaltimento a fine vita. Bisogna chiedersi inoltre: quanta energia è stata impiegata nei processi produttivi, quanta energia consumerà durante il suo funzionamento, quale sarà il costo ambientale del suo smaltimento, etc. Per cercare di realizzare prodotti che abbiano un impatto sempre più basso nei confronti dell’ambiente, esiste uno strumento chiamato LCA – Life Cycle Assessment (Valutazione del Ciclo di Vita) che ha lo scopo di dimostrare e studiare il reale impatto ambientale di un prodotto, analizzandone l’intero ciclo di vita.

L’LCA considera l’intero ciclo di vita del bene o servizio, a partire dall’acquisizione delle materie prime fino al termine della vita utile. Sono incluse le fasi di fabbricazione, distribuzione e utilizzo (approccio definito “dalla culla alla tomba”). Spesso è utilizzato come strumento di supporto alle decisioni, per fornire un contributo effettivo ed efficace verso una maggiore sostenibilità aziendale, sia per la produzione che l’acquisto di prodotti per la propria attività. Questo strumento è utile per le aziende, ma anche al consumatore perché solo attraverso questo tipo di analisi completa si possono compiere scelte di mercato-consumo “consapevoli”, definite da trasparenti parametri di sostenibilità ambientale, competitività e qualità della merce in distribuzione.

L’analisi si è sviluppata nel periodo compreso tra gli anni 1970 e 1990. A partire dall’anno 1990, in cui è stato coniato il termine “analisi del ciclo di vita”, è iniziata la standardizzazione in cui ha avuto un importante ruolo di coordinamento la Society of environmental toxicology and chemistry (SETAC).

Prendendo appunto in riferimento la definizione di Society of Environmental Toxicology and Chemistry (SETAC) del 1993 si tratta di:

“Un processo oggettivo di valutazione dei carichi ambientali connessi con un prodotto, un servizio o un’attività, attraverso l’identificazione e la quantificazione dell’energia e dei materiali usati e dei rifiuti rilasciati nell’ambiente, per valutare l’impatto di questi usi di energia e di materiali e dei rilasci nell’ambiente e per valutare e realizzare le opportunità di miglioramento ambientale. La valutazione include l’interno ciclo di vita del prodotto, processo o attività, comprendendo l’estrazione e il trattamento delle materie prime, la fabbricazione, il trasporto, la distribuzione, l’uso, la manutenzione, il riuso, il riciclo e lo smaltimento finale”.

Vengono elaborati di conseguenza standard internazionali: le norme ISO 14040:2006 e ISO 14044:2006. L’LCA è infatti attualmente un metodo strutturato e standardizzato a livello internazionale che permette di quantificare i potenziali impatti sull’ambiente e sulla salute umana associati a un bene o servizio, a partire dal rispettivo consumo di risorse e dalle emissioni.

Le fasi di questo studio comprendono:

  1. La “definizione di scopi e obiettivi” è fondamentale perché pianifica lo studio, identifica la ragione per cui viene eseguito e ne descrive tutte le caratteristiche. In questa fase si definiscono quindi gli obiettivi dello studio.
  2. L’analisi di inventario costituisce la fase in cui vengono definite e quantificate le attività volte alla raccolta ed elaborazione dei dati relativi a tutti gli input e output (sia in termini di massa che di energia) del sistema produttivo considerato.
  3. Poi avviene la valutazione degli impatti ambientali gli input e gli output del sistema produttivo individuati nella fase precedente vengono convertiti in potenziali impatti ambientali applicando ai dati di inventario i relativi fattori di caratterizzazione. Si ottiene in questo modo un profilo dei potenziali impatti ambientali, costituito dai risultati delle diverse categorie d’impatto considerate.
  4. La fase di interpretazione dei risultati permette di trarre conclusioni e raccomandazioni robuste, sulle quali, ad esempio, basare una strategia volta a scelte più strategiche e sostenibili.

Noi di Eco-Recuperi ad esempio, raccogliamo e selezioniamo cartucce toner e ink-jet esauste pronte per la rigenerazione. Le cartucce rigenerate, come dimostrano molte analisi del Ciclo di Vita (LCA appunto), hanno un impatto fortemente inferiore rispetto alle cartucce OEM (originali). Recentemente Clover Imaging ha svolto uno studio LCA con i seguenti risultati:

  • Impronta di carbonio inferiore del 53%.
  • Impronta energetica inferiore del 59%.
  • 52% di impatto in meno sulle risorse naturali
  • 66% in meno di impatto sulla salute umana

Qui  potete trovare  l’articolo completo e lo studio: https://www.cloverimaging.com/sustainability-article/new-life-cycle-assessment-confirms-clover-imaging-printer-cartridges-have-lower-environmental-impact-than-oem-cartridges

 

Per scoprire cosa sono le cartucce rigenerate ne parliamo nel nostro Blog QUI 

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